Una montagna che cambia volto. Le prime ascensioni aprono sentieri di meraviglia, la Valmalenco diventa meta ambita. Frescura, silenzi, profumi. Poi la neve, lo sci, il turismo. E le Alpi si fanno casa, tra memoria antica e futuro da abitare.
Per millenni il Bernina ha preferito rimanere nascosto, quasi a voler conservare intatta la sua magnificenza. Ma a metà dell’Ottocento gli uomini iniziarono a calpestare le sue nevi e le sue nude rocce e da allora si inchinano alla sua bellezza.
Nel 1800 lo battezzarono Pizzo Bello, ma nessuno se ne ricordò. Gli storici dicono derivi da des giàscia (disghiaccia) ma l’hanno malamente tradotto con Disgrazia: un nome ingiusto per tanta maestosa bellezza.
Al cospetto dei giganti del Bernina e del Disgrazia il Pizzo Scalino scomparirebbe, ma ha la sfrontatezza di mettersi in bella vista, diventando così la montagna più conosciuta della Valmalenco.
In Valmalenco, il Grand Hotel Malenco racconta il turismo alpino d’epoca, con architettura alpina, interni raffinati e ospiti illustri.
Tra gli anni ’60 e ’80, Caspoggio divenne simbolo dello sci alpino: seggiovie, piste e competizioni richiamavano turisti italiani e stranieri.
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