Tra tutti i minerali della Val Malenco, il demantoide è il più ricercato.
La sua storia è la storia dell’amianto con cui condivide genesi e destino.
Dopo la chiusura delle miniere, l’introvabile demantoide, vanto della mineralogia di Valle, è divenuto un miraggio.
Appartenente alla serie dei granati, il demantoide è una varietà di andradite: silicato di calcio e ferro, contiene una piccolissima percentuale di cromo a cui deve la colorazione verde.
È un minerale secondario che si trova nelle fessure delle serpentiniti assieme all’amianto, sia nascosto tra le sue fibre sia impiantato sulle pareti rocciose. Dunque, i demantoidi ci sono dove c’è l’amianto, ma non è detto che sia vero il contrario.
Ogni miniera ha dato cristalli con caratteristiche sue proprie e perciò ancora oggi è possibile riconoscerne la provenienza, osservando colore e trasparenza, brillantezza e particolarità degli spigoli, e altro.
Per molto tempo il demantoide intrappolato nell’amianto fu considerato un’impurità da eliminare a martellate perché le fibre dovevano essere pulite prima dello stoccaggio. Riconosciuto il suo pregio, è cominciata un’attenta ricerca da parte dei minatori che vendevano i pèerli (così son chiamati i demantoidi nella parlata locale).
Già a fine Ottocento i pezzi più belli erano ceduti, ma spettacolari campioni furono recuperati alla fine degli anni Quaranta del secolo scorso, quando Luigi Magistretti ottenne la concessione per la ricerca di demantoidi allo Sferlùn, la vecchia miniera ormai dismessa da decenni. Un gruppo di minatori locali, sotto la guida dell’esperto Gianoncelli, trovò demantoidi con perfetti cristalli fino a oltre 2 cm che attirarono l’attenzione del mondo intero, finendo nelle vetrine dei più importanti musei esteri e collezioni private.
Altri eccellenti campioni furono estratti dalla stessa miniera a cavallo degli anni Sessanta-Settanta da due persone di Lanzada, Renzo Bagiòli (Ghégne) e Luciano Nana (Tanàna).
Autori di straordinari ritrovamenti furono i minatori di Lanzada – ricordarli tutti sarebbe impresa non facile – che in epoche diverse arrotondavano il bilancio familiare recuperando demantoidi in ogni miniera.