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Dighe di Campo Moro e Gera

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    La costruzione della diga di Campo Moro segnò l'inizio della realizzazione delle grandi dighe della Valmalenco, simboli dello sviluppo dell'energia idroelettrica in Valtellina. I lavori iniziarono nel 1956 e si conclusero nel 1958. L'opera fu commissionata dalla Società Idroelettrica Vizzola, allora titolare della concessione per lo sfruttamento idroelettrico delle acque della Valmalenco, e realizzata dalla Italstrade, impresa del gruppo I.R.I. Lo sbarramento di Campo Moro è formato da due dighe: una in calcestruzzo, situata a est, e una in pietrame, a ovest, separate da uno sperone roccioso. In origine, prima della costruzione della diga di Alpe Gera, il bacino di Campo Moro raccoglieva direttamente le acque del torrente Cormor. Oggi invece le riceve dalla centrale di Campo Moro, alimentata da una galleria in pressione che parte dal serbatoio di Alpe Gera. Questo sistema integrato rappresenta un esempio avanzato di ingegneria idroelettrica.

    Parla l'esperto
    Ugo Agnelli

    Il sistema idroelettrico in Valmalenco

    L’asta idroelettrica della Valmalenco è composta da: 

    • due serbatoi artificiali (Alpe Gera e Campo Moro); 

    • tre dighe (Alpe Gera, Campo Moro in calcestruzzo e sempre a Campo Moro, in pietrame) 

    • tre centrali idroelettriche (Campo Moro, a monte, 2000 m - Lanzada, 1000 m - Sondrio, a valle, 300 m) e una centrale ausiliaria a Lanzada. 

    La diga di Alpe Gera, situata in comune di Lanzada, è stata realizzata tra il 1961 e il 1964. Ha permesso la formazione del bacino artificiale omonimo a quota 2128 metri con un invaso massimo di 68 milioni di metri cubi. Lo sbarramento, costituito da una diga massiccia a gravità in calcestruzzo, è lungo 528 metri e alto 170 metri, con un volume totale pari a 1.700.000 m3, che sarebbero sufficienti a contenere il Duomo di Milano. La diga è attraversata in senso longitudinale da dieci cunicoli collegati tra loro, e al coronamento con un impianto ascensore che, percorrendo lo sbarramento verticalmente per 140 metri, è uno tra i più alti d'Europa. Lo sbarramento di Campo Moro, costruito tra il 1956 e il 1958, è costituito da due dighe separate da un grande sperone roccioso. La diga est, in calcestruzzo a gravità massiccia arcuata, alta 96 metri e lunga 180 metri, è più grande di quella ovest, in pietrame a secco, alta 35 metri. Il bacino di Campo Moro ha una capacità massima di 11 milioni di metri cubi d’acqua. Le acque raccolte nell’invaso di Alpe Gera a quota 2125 metri giungono, con un salto medio di circa 133 metri, alla centrale in roccia di Campo Moro. La centrale di Campo Moro è stata costruita nel 1965; è posta interamente in una caverna artificiale collegata all'esterno grazie a una galleria lunga 570 metri. Ha una potenza di 35.000 kW; produce circa 33 milioni di kWh all'anno. Al termine dell'utilizzo nell'unico gruppo di produzione di energia elettrica le acque vengono rilasciate nel serbatoio di Campo Moro alla quota media di 1950 metri. L’esecuzione delle opere è stata affidata all’ITALSTRADE S.p.A. e prese l’avvio nel 1956 con la costruzione delle due dighe di campo Moro, portate a compimento nel 1958. La costruzione della diga di Alpe Gera e la centrale di Campo Moro iniziarono nel 1961 e furono ultimate nel 1964. Il serbatoio di Campo Moro è collegato alla centrale di Lanzada grazie ad una galleria di derivazione in pressione lunga 8 km e da due condotte forzate lunghe 1500 metri. Le acque giungono a Lanzada dopo aver effettuato un salto di 1000,50 metri. La centrale di Lanzada, formata da tre gruppi di produzione uguali, ha una potenza totale di 210.000 kW (70.000x3). Entrò in funzione tra il 1957 e il 1962 (alimentata dalle acque dei torrenti Cormor e Scerscen raccolte nel serbatoio di Campo Moro, e da quelle dei torrenti Campagneda, Prabello e Antognasco) e produce in media 280 milioni di kWh ogni anno. Nel 1963 entrò in funzione la centrale ausiliaria di Lanzada, alimentata con le acque del torrente Mallero derivate in località Curlo. Le acque utilizzate dalla centrale di Lanzada giungono infine alla centrale di Sondrio attraverso una galleria lunga circa 10.000 m e una condotta forzata lunga 1375 m. La centrale di Sondrio, formata da due gruppi di produzione uguali, ha una potenza totale di 146.800 KW (73.400x2). Entrò in servizio nel 1960 (alimentata dalle acque restituite dalla centrale di Lanzada, e da quelle dei torrenti Lanterna e Antognasco) e produce in media 410 milioni di kWh ogni anno. Le acque utilizzate nel sistema idroelettrico della Valmalenco non subiscono alcuna trasformazione durante tutto il processo e vengono scaricate nel fiume Adda alla periferia di Sondrio. Le tre centrali elettriche che utilizzano le acque della diga di Alpe Gera forniscono una potenza complessiva di 395.000 kW e producono in media ogni anno 723 milioni di kWh. 

    Da ricordare infine che intorno al 1910 venne costruito a Lanzada un serbatoio (bacino) per raccogliere le acque del torrente Lanterna e incanalarle in una galleria di derivazione a pelo libero per portare le acque alla centrale Mallero di Ponchiera. In questa galleria vengono anche immesse, tramite una condotta, le acque del Mallero captate alla presa del Curlo. Nel 1916 entrò in funzione la centrale del Mallero inferiore, detta “Malleretto”, che sfrutta le acque residue di quella di Ponchiera.

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    Curiosità

    collegamenti per un buon racconto

    Relazione di progetto // “Lo sbarramento dell'Alpe di gera è situato nell'alto vallone del torrente Cormor, al quale danno vita gli apporti del ghiacciaio di Fellaria, racchiuso nel circo del Pizzo Zupò (m 3.995), del Pizzo Palù (m 3.906) e del Pizzo Varuna (m 3.453). La vallata percorsa dal torrente Cormor, originata dall'erosione glaciale di rocce di diversa durezza, presenta una serie di restringimenti e allargamenti che sono accompagnati dal caratteristico profilo a gradoni e ripiani, altamente favorevole alla creazione di impianti e serbatoi in serie”.

     

    Primi studi // Già nel 1929 il Geologo Augusto Stella ispezionò l'alta valle del torrente Lanterna, effettuando i primi sondaggi all'Alpe Gera e a Campo Moro, ma solo successivamente, nel 1938, l'ingegner Giulio Gentile della Società Idroelettrica Piemontese iniziò a valutare la messa a frutto per scopi idroelettrici dei torrenti Cormor e Scerscen. Sarà lui a presentare, nel 1952, l'ambizioso progetto alla società Vizzola.

    Per approfondire

    Documenti
    L energia elettrica in Valmalenco.pdf
    Bibliografia

    Credito Valtellinese, I luoghi dell’acqua. Architetture e paesaggi delle centrali elettriche in Valtellina. Grafiche Aurora di Verona, 2013.

    ITALSTRADE S.p.A., La ITALSTRADE in Valmalenco, Fossati, Milano 1967

    Picceni S.M., Bergomi G., Masa A. [a cura di], Inventario dei toponimi Valtellinesi e Valchiavennaschi, territorio Comune di Lanzada, vol. 21. Edito da Società storica Valtellinese, Sondrio 1994.

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