Perché l’Alpe Val Poschiavina è proprietà di Lanzada // L’arbitramento divisionale dei monti del 1544 fra Sondrio e Malenco assegnava l’ “alpis vallis posclavinae” alla Quadra di Lanzada.
Gli alpigiani // Le famiglie che vi monticavano erano quasi tutte delle contrade di Vetto e Tornadri di Lanzada e le baite d’alpeggio (un tempo circa 40) erano, fino a qualche decennio fa, quasi tutte utilizzate sia per il ricovero delle persone che del bestiame. Ogni famiglia aveva la propria baita chiamata con il soprannome della famiglia stessa: ca di suprien (Giordani), di tunài (Nana), di pecénée (Gianoli), di tuninàna (Nana), di tanàna (Nana), di caspöc’ (Nana), di pansa (Vetti), di penài (Pomattini), di regn (Masa), di cip (Nana), di furlàn (Vetti), di gnide (Nana), di nèersc (Bergomi), di rus (Rossi).
Sempre con l’ombrello in mano // La valle incassata e le correnti d’aria favoriscono piogge e temporali. Gli alpigiani sogliono dire che anche nelle giornate di sole, salendo alla ricerca del bestiame, è prudente portare l’ombrello. Infatti, la zona destinata al pascolo è molto estesa, tanto che, per radunare le bestie presso le baite per la mungitura serale occorrevano diverse ore (da pochi anni ci si avvale di mezzi motorizzati).
Cosa c’entrano le parrucche del ‘700 // Le rocce montonate, chiamate anche “rocce a dorso di montone”, sono formazioni rocciose create dall'azione erosiva dei ghiacciai. Sono caratterizzate da una superficie liscia e arrotondata verso la direzione di movimento del ghiacciaio e da una superficie più irregolare e scoscesa verso l'opposto. In Val Poschiavina, come in altri luoghi della Valmalenco, queste rocce sono comuni e testimoniano la presenza di ghiacciai in passato. Le rocce montonate si chiamano così perché assomigliano, appunto, alla forma di una schiena di montone o, più specificamente, alla forma dei dossi delle parrucche che erano di moda tra la nobiltà francese nel 1700, che erano chiamate moutonées perché lisciate con grasso di montone.