La contrada Sasso, insieme alla contrada Montini, è storicamente conosciuta come una delle culle dell'artigianato della pietra ollare in Valmalenco. Qui operavano i laveggiai, abili artigiani specializzati nella produzione dei tradizionali lavéc, recipienti in pietra resistenti al calore. Questo mestiere, tramandato da secoli, richiedeva competenze multiple: il laveggiaio era cavatore, minatore, tornitore e fabbro.
Per la lavorazione era indispensabile un opificio dotato di tornio idraulico, costruito in legno e ferro, e completo di utensili specifici forgiati in apposite fucine. La contrada Sasso non era solo un centro artigianale, ma anche il cuore imprenditoriale e istituzionale del paese.
Già nei primi del Novecento, vi sorsero le prime case di villeggiatura, il celebre Grand Hotel Malenco (primo albergo a 5 stelle dell’arco alpino), e prestigiose ville signorili come villa Pesenti, Balgera e Albonico, a testimonianza dell’importanza economica e sociale dell’area.
La contrada vantava diversi torni idraulici, tre dei quali si trovavano nella zona dei “Turn”, lungo la scalinata che conduce al torrente Secchione. Il primo tornio elettrico fu installato nel 1943, seguito nel 1947 dal primo tornio meccanico. Quest'ultimo, appartenente alla famiglia Gaggi, è oggi l’unico laboratorio ancora attivo, erede di una tradizione che un tempo contava oltre 50 torni nel solo comune di Chiesa in Valmalenco.