Una delle più suggestive nostre leggende s'irradia attorno al Pizzo Scalino. Crea sulle sue ferrigne rupi un favoloso castello. Non uno di quei fugaci e splendidi castelli fatti di nubi che presto il vento lacera e sfalda e disperde, ma un castello di roccia. A mezzanotte mentre il mondo dorme, lo Scalino vive un'avventura arcana; perde la sua cima, proietta mastio e torrioni, s'inghirlanda di merli, trafora di feritoie le bertesche, dischiude finestrelle ogivali che, all'ultimo tocco di mezzanotte, s'illuminano; e una gran folla appare, formicola dentro le sale. Sono cavalieri e dame che, al raggio della luna, o sotto il coro delle stelle, escono sul ponte levatoio, e scorrono giù lievi, a passo d'Ombre, lungo il dirupo, fino a uno spiazzo nevoso; armati a giostra gli uomini; palpitanti, dame e damigelle, in attesa che tra loro venga prescelta la Regina del Torneo, la Regina dell'Amore. Tribune e steccati, sorgono d'impeto; alle prime s'affacciano le dame, pallide d'amabile tremore; fra gli aguzzi denti dello steccato, i cavalieri, ormai in groppa a bianchi leardi pur essi fatti di nulla, si slanciano l'un contro l’altro. Squilli di corni e di trombe, impennarsi di cavalli: lampi e cozzi di lance, rimbombi di mazze ferrate sugli elmi e sulle corazze… Ma se già nel cielo, che ha visto fuggir tutte le stelle, balugina il riverbero della prima luce, dame e cavalieri risalgono verso il castello, e con esso sfumano e dileguano. È invece una notte buia! Imperversa sullo Scalino e sulle imponenti montagne che gli fanno blocco intorno, con fischi e lampi e tuoni e folgori, l'uragano! Dalle porte del castello spalancate con gran fragore, escono solo uomini pronti a sanguinosa battaglia. Grida d'odio e di minaccia, rimbombo e cozzo d'armi, si mischiano all'urlo dei venti, all'accecante rotear del nevischio..., finché la oscurità notturna comincia a impallidire, e si placa, insieme alla furia degli uomini, la furia degli elementi.
Tratto da: Lina Rini Lombardini, In Valtellina - Colori di leggende e tradizioni, Sondrio, Ramponi 1950.