Questo grande macigno piatto, forse una scheggia distaccatasi secoli fa dal sovrastante Sasso del Cane, si fermò lungo il versante a monte della strada di valle, divenendo un luogo carico di significato. Fino al primo dopoguerra, ogni volta che un giovellaio moriva, vi si collocava una croce in sua memoria, trasformandolo in un luogo sacro noto come “I Sas di Crûus”, il sasso delle croci.
Spogliato oggi delle sue secolari testimonianze, questo spazio mantiene intatta la sua sacralità, simbolo silenzioso dei sacrifici di intere generazioni di cavatori della Valmalenco.
A ricordo dei caduti nelle cave di serpentino e pietra ollare, tra il 1983 e il 1985 è stato eretto presso il cimitero di Chiesa in Valmalenco un monumento commemorativo, con una parte artistica firmata dallo scultore Silvio Gaggi. Un omaggio duraturo a chi ha vissuto e lavorato nelle viscere della montagna, lasciando un’impronta incisa nella storia e nella pietra.