Per alcuni secoli, Torre di S. Maria fu parte della “Magnifica Valle di Malenco”, un organo politico e amministrativo costituito dalle comunità di Chiesa, Caspoggio, Lanzada e Torre, comunque dipendente dal Comune di Sondrio. Come il resto della Valle, anche la storia di Torre segue le vicende politiche connesse all’avvicendarsi di numerosi domini: da quello visconteo e sforzesco sino al 1512, a quello delle Tre Leghe, dal 1512 al 1797, da quello napoleonico a quello austriaco. Con l’avvento del Regno d’Italia, nel 1861, il paese di Torre, al pari delle altre comunità malenche, e più in generale, di tutte le comunità alpine della Valtellina, non conobbe miglioramenti di tipo economico e finanziario: i magri proventi derivati dall’attività agricolo-pastorale e i gravosi balzelli con le numerose tasse imposte, aggravarono lo stato di povertà della popolazione locale. L’industria turistica che inizierà con il Novecento a prender piede in Valmalenco, attecchirà solo in minima parte nel paese di Torre. Molti degli abitanti furono così costretti ad emigrare, prima verso le Americhe e l’Australia, più recentemente, verso le città di pianura, prima fra tutte, Sondrio.
Il paese è diviso in tre contrade, Centro, Volardi. Del comune fanno parte i nuclei di Cristini, Marveggia, e Zarri, in posizione più elevata Ciappanico e discendendo la valle il nucleo di Cagnoletti.